Hunger Games by Suzanne Collins

Hunger Games by Suzanne Collins

autore:Suzanne Collins
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: 978-88-04-59410-9
editore: Mondadori
pubblicato: 2011-04-17T04:00:00+00:00


CAPITOLO 20

Per far bere il brodo a Peeta ci vuole un'ora di adulazioni, suppliche, minacce e, sì, di baci, ma alla fine, un sorso alla volta, lui svuota la pentola. Poi lascio che si addormenti e mi occupo delle mie necessità, divorando una cena di fagiano e radici mentre guardo il resoconto giornaliero nel cielo. Nessuna nuova vittima. Comunque, io e Peeta abbiamo offerto al pubblico una giornata abbastanza interessante. Si spera che gli Strateghi ci concedano una notte tranquilla.

Mi guardo intorno, cercando un albero adatto per sistemarmi, poi mi rendo conto che con gli alberi ho chiuso. Almeno per un po'. Non posso proprio lasciare Peeta indifeso a terra. Il luogo del suo ultimo nascondiglio, sulla riva del torrente, è rimasto intatto, non potevo cancellare le tracce, e ora siamo cinquanta metri più a valle. Mi infilo gli occhiali, preparo le armi e mi sistemo per fare la guardia.

La temperatura scende in fretta e poco dopo sono completamente intirizzita. Alla fine mi arrendo e scivolo dentro al sacco a pelo vicino a Peeta. È bello caldo e mi ci rannicchio riconoscente, finché non mi accorgo che è più

che caldo, è bollente, perché il sacco trattiene il calore febbrile di Peeta. Gli controllo la fronte e la sento scottare. Non so che fare. Lasciarlo nel sacco e sperare che cali la febbre? Portarlo fuori e sperare che l'aria della notte lo raffreddi? Finisco con l'inumidire un pezzo di benda e gliela metto sulla fronte. Sembra poco efficace, ma ho paura di fare qualcosa di troppo drastico.

Passo la notte metà seduta, metà sdraiata vicino a Peeta, cambiando la benda e cercando di non soffermarmi sul fatto che, alleandomi con lui, sono molto più vulnerabile di quando ero sola. Bloccata a terra, di guardia, con una persona gravemente ammalata di cui prendermi cura. E comunque sono stata io a venirlo a cercare. Dovrò soltanto confidare nella bontà dell'istinto, qualunque cosa sia, che mi ha spinta a trovarlo.

Quando il cielo si fa rosa, noto il luccichio del sudore sul labbro di Peeta e scopro che la febbre è calata. La temperatura non è ancora normale, ma è scesa di qualche grado. La notte scorsa, mentre raccoglievo i rampicanti, ho trovato un cespuglio delle bacche di Rue. Sbuccio i frutti e li schiaccio nella pentola insieme a un po' di acqua fredda.

Quando raggiungo la grotta, Peeta si sta sforzando di alzarsi. — Mi sono svegliato e tu non c'eri più — dice. — Ero preoccupato per te.

Mi faccio una risata, mentre lo aiuto a rimettersi giù. — Eri preoccupato per me? Ti sei visto, ultimamente?

—Ho pensato che Cato e Clove potevano averti trovata. Amano cacciare di notte, loro — dice, ancora serio.

—Clove? E chi è? — chiedo.

—La ragazza del Distretto 2. È ancora viva, giusto? — risponde.

—Sì, ci sono soltanto loro, noi, Thresh e Faccia di Volpe — confermo. — È così che ho soprannominato la ragazza del 5. Come ti senti?

—Meglio di ieri. Questo è un enorme miglioramento, rispetto al fango — risponde. — Vestiti puliti, la medicina, un sacco a pelo.



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